Apriamo questa nuova categoria col botto, conosciuto anche come Dominic Harrison, classe 1997. Praticamente un bambino, disse Alix dall’alto del suo mese e cinque giorni di vita in più rispetto a suddetto cantante.
La prima volta che sentii qualcosa di suo fu su Spotify, ascoltando una radio indie/alternative qualunque. Tra le varie canzoni, una mi colpì dalle prime note: si trattava di King Charles, di mah boi Yungblud.
Tre secondi dopo stavo già cercando il suo profilo per salvare tutti i brani e album disponibili. Al momento aveva pubblicato l’ep omonimo, il suo primo album completo, 21st Century Liability, e un paio di altri singoli, tra cui uno per la colonna sonora di 13 Reasons Why, Falling Skies.
Qualche settimana dopo comprai un biglietto per il concerto al Dude Club di Milano il 28 gennaio 2019, che fu una figata AS-SO-LU-TA. Back then, YungBoi non aveva ancora tutto il successo di adesso, perciò ci saranno state al massimo un centinaio di persone, ma è sicuramente uno dei concerti più belli e coinvolgenti a cui sia mai andata.
E così arriviamo a febbraio. Esce Loner, altra canzone fantastica, e poi il grande colpo.
Ora. Come fa un artista underground con un suono unico a farsi conoscere dalle masse? Un featuring con un certo numero di leggende. E Dom ne fa, e tanti. Il primo è con Travis Baker, batterista dei Blink 182, e Halsey. La canzone, 11 minutes, è per ora quella con più visualizzaioni su Youtube, ben 41 milioni.
Dopo il video, arriva la notizia della relazione iniziata tra i due (go guys!) che finisce poi a settembre dello stesso anno (don’t…go?), ma i due non sembrano odiarsi, quindi tutto va bene. Also, sono cavolacci loro, la vita privata è tale per qualche motivo no?
Secondo mega-featuring: Travis Baker (di nuovo) e MGK, con la canzone I think I’m Okay.
Mentre continua a crescere in popolarità, Dom si mantiene fedele alle sue origini: il suo stile cambia, evolve, ma non abbandona mai le sue radici di rock moderno, critico e ribelle. Non ha problemi a parlare di ciò in cui crede, di vestirsi come cazzo gli pare; in breve, di essere se stesso.
Finisce anche su Genius, canale Youtube nel quale giovani artisti di tutti i background musicali parlano delle loro canzoni, per raccontare il significato di 11 minutes e Parents, uno dei suoi ultimi singoli.
Le sue ultime canzoni sono Hope for the underrated youth, che mi ritrovo spessissimo a cantare a tutto volume in giro per casa, e Original Me, ft Dan Reynolds degli Imagine Dragon.
Mercoledì 13 novembre è uscita la sua ultima fatica, Tongue tied, anch’essa con ospiti di tutto rispetto, ovvero Marshmello e Blackbear.
Insomma, Dom sta facendo faville. Il suo ultimo ep, The Underrated Youth, ha sei brani, uno più forte e bello dell’altro, e il ragazzo continua a sfornare un sacco di brani meravigliosi e fare concerti e apparizioni su canali Youtube o programmi televisivi. Qualche settimana fa si è esibito nuovamente a Milano, questa volta al Fabrique, con un moltissima gente in più rispetto a quello di meno di un anno fa.
Ne sono felicissima, perché credo sia una persona fantastica, con delle idee politiche e sociali che riflette alla perfezione nella sua musica, usata come mezzo di comunicazione per tutti coloro che si riflettono nell’immagine di un ragazzo ribelle, che non sa bene quale sia il suo posto nel mondo ma che combatte per ottenerlo e difenderlo in ogni caso.
Per farla breve, Yungblud spacca, e continuerà a farlo per un bel pezzo.
I got no one from the quiet life
No forced up smiles over tired eyes
Give me a taste of the riot life
‘Cause I’d rather be a martyr than grow tomatoes
Keep the young between your teeth
Take the love, take the doves, take the self belief
Make your shoes look squeaky clean
But if you want to be a leader, stop being a cheater
Loner
Trovate Yungblud su Instagram, Youtube, Spotify e sul suo sito.