Uno dei miei film preferiti di tutti i tempi è Ocean’s 11. Lo vidi la prima volta millenni fa, a casa dei miei nonni, e ricordo alla perfezione che non solo ero seduta sul bordo del divano, presissima dalla storia e dai continui colpi di scena, ma una volta finito ero così felice ed entusiasta che continuavo a saltellare in giro ridacchiando come una cretina. Non vedevo l’ora che arrivasse il giovedì successivo, quando Sky avrebbe trasmesso Ocean’s 12, e quello dopo ancora, per vedere Ocean’s 13, la conclusione della trilogia.
Da allora ho rivisto tutti e tre i film svariate volte, in almeno due lingue diverse, una volta obbligando mio fratello e un’altra mio padre ad unirsi a me. Anche la versione tutta al femminile, Ocean’s 8, mi è piaciuta moltissimo; c’è un solo particolare che mi addolora, ma non ho intenzione di parlarne, in parte per evitare spoilers e poi perché la storia lascia capire che in realtà quel particolare potrebbe essere solo l’ennesimo inganno.
Ciò che rende unico questo film, oltre ai continui colpi di scena geniali, sono i personaggi. Ognuno di loro è esperto in un campo diverso che permette alla squadra di avanzare secondo il piano, ma non per questo sono perfetti, anzi; spesso vengono commessi degli errori che devono venire corretti il più in fretta possibile, improvvisando. Tutti e undici, così come l’antagonista e i vari personaggi secondari, sono costruiti alla perfezione, con personalità uniche e in grado di coinvolgere lo spettatore fin dalla prima scena. E’ davvero un bel film e un ottimo inizio per una trilogia magnifica.
Data la mia ammirazione per questa storia, quando mi sono resa conto che la trama di Sei di Corvi era molto simile mi sono sentita di nuovo come quando, anni fa, vidi Ocean’s 11 per la prima volta. Ora. Ci sono moltissime differenze tra i due, ovviamente, ma proviamo ad analizzare entrambi.
Per coloro che non conoscessero la storia, la trama di O11 è relativamente semplice: Danny Ocean esce di prigione e crea una banda insieme al suo amico Rusty di altri nove esperti truffatori e ladri con varie capacità diverse; insieme decidono di rapinare il Bellagio, uno dei più grandi e meglio protetti casinò di Las Vegas, proprietà di Terry Benedict. Insieme la squadra deve creare un piano capace non solo di farli entrare nel sotterraneo dove si trova l’enorme e super sicura cassaforte, ma anche di farli uscire con varie centinaia di milioni di dollari in contanti.
In Sei di Corvi, il bandito Kaz Brekker viene ‘assunto’ da un mercante, Van Eck, per entrare nell’inespugnabile Corte di Ghiaccio e rapire uno scienziato che lì era tenuto prigioniero. Kaz sceglie altri cinque ragazzi per aiutarlo: il pistolero e dipendente dal gioco d’azzardo Jesper, l’acrobata e spia Inez, Wylan, giovane scappato di casa ed esperto di esplosivi, la Grisha (una forma di maga all’interno dell’universo creato dalla Bardugo, autrice del romanzo) Nina e infine il Drüskelle (cacciatore di Grisha) Matthias. Insieme i sei dovranno attraversare mezzo mondo per rapire lo scienziato che aveva creato una potente e terribile droga e portarlo al mercante. Sei di Corvi è il primo libro di una duologia, quindi il finale si collega direttamente al romanzo successivo, Il regno corrotto. Anche qui i personaggi sono davvero il centro della storia, tutti e sei con un passato difficile alle spalle che rischia di tornare a tormentarli mentre cercano di concludere la loro missione. Tutti loro cambiano tantissimo dall’inizio alla fine della storia, dimostrando una grande maestria da parte di Leigh Bardugo al momento di creare persone fittizie in grado di rappresentare problemi reali, gente con sentimenti ed emozioni molto comuni che affrontano i loro problemi e combattono con tutte le loro forze per migliorare in continuazione.
Quindi, se guardiamo oltre le differenze principali (uno è un romanzo fantasy, l’altro un film ambientato a Las Vegas; in uno la squadra è di 11 persone, l’altra ne ha solo 6; l’età dei protagonisti è completamente diversa e via dicendo), ciò che resta è la storia di un gruppo di persone con capacità uniche e molto diversi tra loro che si uniscono per commettere un crimine quasi impossibile, che comprende l’entrare e uscire da un luogo apparentemente inoppugnabile con un carico di valore inestimabile. Non importa l’ambientazione o lo stile della storia, quello che conta è che lo scheletro di essa è quasi lo stesso in entrambe, e tutte e due sono una vera montagna russa di colpi di scena, azione, momenti divertenti ed altri emozionanti, protagonisti fantastici e antagonisti che amiamo odiare. Credo sia quasi impossibile non divorare entrambe le storia, sono super intriganti e davvero incredibili.
E no, non credo che le similitudini siano una cosa negativa o la rappresentazione della pigrizia della Bardugo all’ora di creare un romanzo nuovo, anzi; molte storie hanno una base simile tra loro, ma credo che questo caso sia davvero uno dei migliori di sempre.
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Non credo, anche se mi suona familiare. Me lo segno subito!
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