Qualche anno fa ho visto, nella libreria di mio nonno, una copia di questo libro. Conoscevo il titolo, ma per molto tempo lo ignorai a favore di altre letture, almeno fino a qualche giorno fa, quando decisi di dedicarmi a un romanzo ambientato nello spazio: avevo voglia di un po’ di sci-fi. Solo che non so ancora se ne sia valsa la pena o meno…

Trama
Tre milioni di anni fa, un misterioso obelisco compare improvvisamente sulla Terra, modificando e testando le menti di una piccola tribù di uomini-scimmia e causa così l’inizio dell’evoluzione umana.
Nel 1999 un gruppo di scienziati trova su un lato della Luna un misterioso obelisco nero, di un materiale sconosciuto, che sembra essere lì da millenni.
Nel 2001, un’astronave con un equipaggio di cinque scienziati, di cui tre ibernati, e un computer super intelligente parte verso Saturno per compiere una missione mai tentata prima, ma tutti i piani e progetti per essa vengono messi misteriosamente in pericolo mano a mano che la Discovery I si avvicina al suo obbiettivo.
Commenti
La prima parte del romanzo, quella dedicata ai primi uomini-scimmia, è molto ben scritta e scorrevole, ma io l’avrei strutturata come un prologo piuttosto che come la prima parte: in questo modo i fatti in essa contenuti risalterebbero di più, acquisirebbero una maggiore importanza: così sembra quasi un racconto a parte secondario rispetto a ciò che accade in seguito.
La seconda parte (quella ambientata sulla Luna nel ’99) è breve ma intensa; dalla terza in poi, la storia segue solo David Bowman sulla Discovery I mentre si avvicina al suo obbiettivo e deve affrontare i problemi improvvisi che gli sconvolgono il viaggio.
Durante la storia, molti macchinari vengono descritti in modo abbastanza tecnico, sebbene comprensibile. Dato che il romanzo è stato scritto negli anni ’60, viene da chiedersi quanti di quei strumenti esistano davvero e quali siano frutto della fantasia dell’autore; in ogni caso, il risultato può essere un po’ noioso e lento in certi punti.
Questo particolare però viene cancellato dalla sottile vena di tensione che sentiamo durante la lettura. Ci sono misteri e segreti attorno alla missione e non è semplice prevedere cosa potrebbe succedere, il che è un punto a suo favore. Arrivata a metà, avevo due teorie sul possibile finale, solo che entrambe sono andate a farsi friggere, con mio grande disappunto.
La conclusione infatti non mi ha soddisfatta per nulla. E’ interessante e apre le porte a molte discussioni, ma io avrei preso una rotta completamente diversa. Per carità, non è un finale brutto, ma nemmeno quello che avrei voluto leggere. Tutto sommato, il libro è bello, si legge in fretta e non è nemmeno troppo lungo, ma se quello che ho sentito dire sul film è vero, questa potrebbe essere la prima volta in cui vi consiglio di guardare l’opera di Kubrick e lasciar perdere il romanzo.
Se siete interessati a scoprire come averi finito io il libro, nel giro di qualche giorno conto di postare un articolo dedicato proprio a questo argomento e alle mie due teorie. Stay tuned!!
Il film per me è molto bello, e lo dico da non grandissimo amante del cinema di fantascienza. Ecco, pure lì il finale è un po’ meh (per i miei gusti), però complessivamente gran bel lavoro.
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Prima o poi dovrò vederlo assolutamente
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