Lo ammetto fin da subito: io, di rap, non so nulla. Conosco qualche nome e una manciata di canzoni, tutto qui.
Uno dei nomi che avevo sentito ogni tanto è quello di MGK, ma ad essere sincera l’ho scoperto solo perché ha collaborato con gli Sleeping With Sirens con il brano Alone nel lontano 2013 (canzone che io ho scoperto nel 2015, nel mezzo della mia fase emo).
Quindi, ricapitolando: so pochissimo di artisti rap e uno di loro lo conosco solo perché ha fatto una canzone emo. Non male come inizio no? Dopo Alone, ho perso di vista MGK, perché me ne fregava ben poco della sua musica. L’ho rivisto “per sbaglio” in un episodio di Catfish su MTV anni dopo, poi di nuovo nulla. Non che lo evitassi, ma non lo cercavo nemmeno.
Poi però… Nel 2018 ho scoperto per caso Yungblud. E’ stato amore a primo ascolto, ma la storia l’ho già raccontata qui, quindi vi evito un ripasso non necessario. In questi mesi Dom (vero nome di Yungblud) sembra essere ovunque: è in programmi televisivi americani, al festival di Reading&Leeds con i Foo Fighters, collabora con Halsey e Travis Barker, con il cantante degli Imagine Dragons, è su GQ e infine collabora con mah boi MGK (e con i Bring Me The Horizon, solo una settimana fa, ma non è questo il punto, anche se i robot giganti gay del video mi fanno morire).
Adoro I think I’m Okay. E’ una canzone che non mi aspettavo, che mi ha sorpreso la prima volta che l’ho sentita e che mi ha fatto saltare come una pazza tutte le volte successive. Abbiamo Travis Barker (di nuovo) che è sempre il dio della batteria che abbiamo conosciuto con i blink-182, Dom che continua a essere la versione Gen Z dei Sex Pistol con i capelli mezzi rosa e chili di eyeliner e spille e catene e calze a rete e MGK che… abbandona un attimo il rap per abbracciare una chitarra e sonorità pop punk da fare invidia a tutte le band emo del 2000. Ed è fantastico, ma è anche solo l’inizio.
Perché I think I’m Okay è solo un singolo tratto da Hotel Diablo, il quarto album di MGK, che contiene molto più rock che rap, iniziando una nuova fase nella sua carriera musicale, una che, devo ammettere, mi piace davvero tanto. Gli altri brani dell’album sono fantastici; uno che non posso fare a meno di nominare è Hollywood Whore, che parla di tradimenti, persone che si approfittano della fama altrui, di dolore e depressione e il cui video è un omaggio a Chester Bennington.
Anche Candy è super, così come Glass House, El Diablo e 5:3666, ma è la collab con Yungblud che adoro più di ogni altro brano (ovviamente).
Poi arriva il 2020, la quarantena e tutti i casini che stiamo vivendo, e MGK usa il suo canale di Youtube per postare un sacco di robe fighissime. Ma andiamo con ordine. Da tempo il rapper? rocker? artista aveva annunciato l’album successivo, Tickets to my Downfall, cosa che però è stata posticipata da inizio anno al 25 settembre, ma nel frattempo il ragazzo ha reso pubblica un sacco di roba super interessante.
Primo: il brano why are you here, che non riesco a capire di che album faccia parte, perché nella tracklist ufficiale di Tickets non c’è, ma chissene.
Poi tocca a una cover super di Misery Businnes, originalmente dei Paramore, a cui partecipa anche il suo bestie Travis Barker. La cover è awesoooooooomeeeeeeeeeeee, anche se io non avrei cambiato i pronomi dei tizi/tizie di cui la canzone parla, ma chissene, sono solo dettagli.
Con questo video si spalancano le porte al periodo delle cover, che sono fantastiche tutte quante, ma non posso non linkare soprattutto la sua versione di Champagne Supernova degli Oasis, fatta con… indovina indovinello… Yungblud!
Dopo le cover, tocca ad altri brani originali di Tickets for my Downfall, tra cui Bloody Valentine. Nel video MGK ci presenta anche la sua nuova fidanzata: non credo ne abbiate sentito parlare, è un’aspirante attrice di nome Megan Fox (ma potrei sbagliarmi, non è che la conosca così bene). Video a parte, la canzone spacca. Ed è ancora più pop punk/rock di tutto il cd precedente messo insieme.
Singolo successivo: Concert for aliens. Anche questo accompagnato da un video ufficiale, da Travis Barker (i due potrebbero smetterla con i featuring e scegliersi un nome ufficiale, diventare un duo e semplificare la vita di tutti quanti) e centinaia di personaggi assurdi a cui MGK presta la faccia ogni volta.
Il video successivo è quello di My ex’s best friend, collaborazione fatta con blackbear. E anche per questi ultimi due brani le sonorità sono molto più pop punk che rap e io me ne innamoro ogni volta un pochino di più.
Poi è il momento dei VMA, e MGK si è esibito live con due brani, ovvero My ex’s best friend e Bloody Valentine, spaccando tutto e tutti, e vincendo con la seconda canzone il premio per il miglior video alternativo.
Ho già detto quanto il ragazzo ci sappia fare con una chitarra e un microfono? Devo ammetterlo, lo sto scoprendo davvero solo adesso e credo che sia il momento perfetto, perché il suo nuovo stile, o almeno questo lato nuovo della sua musica, è esattamente quello di cui avevo bisogno in questo momento. MGK for the WIN!!!! 🤘🤘🤘🤘🤘
Dopo questa carrellata di video e canzoni meravigliose, l’unica cosa che resta da fare è mettersi l’animo in pace e aspettare che l’album completo esca il 25, sperando che le mie (enormi) speranze non vengano distrutte e che il sound pop punk che MGK ha sbandierato in questo ultimo anno venga rappresentato dal primo all’ultimo minuto di Tickets for my Downfall.
Nell’attesa, romperò le palle al mio agente del FBI ascoltando gli stessi 10 brani a ripetizione. Buckle up bitches!
io conosco mgk perke ha collaborato con le little mix in No more sad songs e anche con Camila Cabello
PS: sbaglio o stai diventando sempre più mainstream?
cmq, oggi ho l’ultimo esame e dopo lavoro sulla tua tag 🙂
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In bocca al lupo per l’esame!!!
Non so se sto diventando mainstream, è possibile 😂😂
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grazie!
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