Da quando presi in mano il mio primo libro di fantascienza, che credo fosse uno della saga degli Invisibili del nostro Giovanni del Ponte, rimasi affascinata dall’abilità e la maestria necessaria a creare un mondo nuovo e governarlo con l’onnipotenza di un dio capriccioso. Con gli anni lessi tutto quel che mi capitava sottomano che potesse essere definito come fantascienza (ma anche il fantasy va bene) ma uno degli autori che più mi colpirono fu il grande Asimov, e non solo perché pilastro fondamentale del genere. La serie di Lucky Starr, per quanto corta e basata su idee sbagliate sul nostro Sistema Solare, mi affascina dalla prima all’ultima pagine e decisi subito di cercare altre opere dello stesso autore, e in biblioteca trovai un libricino (che tanto ino non era…) intitolato Preludio alla Fondazione.
Ricordo ancora adesso, nonostante siano passati ormai un paio di anni, l’entusiasmo con cui lo divorai e i brividi che mi vennero quando trovai qualche accenno al conflitto Terra-Sirio attorno al quale si sviluppa la saga di Lucky Starr in una specie di Incenption made in Asimov all’interno delle sue opere. Così, in questi mesi, ho letto tutti gli altri sei libri che completano la serie, scegliendo di farlo seguendo l’ordine cronologico interno alla storia, dato che quello di scrittura prevede come primi volumi i tre centrali, poi i due sequel e infine i prequel. Parlando in un altro articolo di queste letture, Aussie Mazz di Delirium Corner mi ha detto che anche lui stava pian piano divorando la saga, e abbiamo così deciso di scrivere ognuno le proprie recensioni e idee e pubblicarle allo stesso momento nella mia prima collaborazione tra blog. Questa è la mia versione e le mie idee, ma vi invito e incinto a passare anche sul suo blog per leggere le sue opinioni; da appassionato di storia e poemi epici, sono sicura che abbia analizzato e letto i libri con un occhio molto diverso dal mio.
Buona lettura a tutte/i!!!

Trame
Preludio alla Fondazione, 1988
Hari Seldon è un giovane matematico che arriva sul pianeta di Trantor, capitale dell’Impero Galattico, per presentare una nuova scienza che potrebbe avere risvolti enormi nella storia dell’umanità, ovvero la Psicostoria. Questa scienza si propone di studiare il futuro delle masse grazie a formule matematiche, particolare che attira l’attenzione dell’Imperatore. Ma la psicostoria non è ancora una scienza completa e Hari Seldon, che si trova suo malgrado nel mezzo di conflitti e complotti politici, deve riuscire a scappare alle grinfie del potente primo ministro in modo da riuscire a sviluppare del tutto la sua scienza che pian piano sembra assumere un ruolo sempre più fondamentale nel futuro dell’umanità intera.
Fondazione Anno Zero, 1993
Qualche anno dopo gli eventi del primo libro, Seldon è riuscito a iniziare i suoi studi, aiutato e protetto da Dors Venabili, Yugo Amaryl, Eto Demerzel e il figlio adottivo Raych, personaggi incontrati nel romanzo precedente. Ma la sua crescente importanza e popolarità rendono Seldon e i suoi cari parte integrante del panorama politico di Trantor, coinvolgendoli nuovamente in lotte interne che i protagonisti dovranno bilanciare con gli studi psicostorici, se vogliono completare le formule necessarie per prevedere (e salvare) il futuro.
Fondazione, 1951
Mentre L’impero, e di conseguenza Trantor, perdono potere, la Fondazione, creata sul pianeta Terminus da Seldon, raccoglie in sé gli Enciclopedisti, incaricati di raccogliere tutto il sapere dell’umanità. Il romanzo, che copre duecento anni, è diviso in cinque parti, durante le quali la Fondazione si trova a dover affrontare cinque Crisi Seldon, previste dallo scienziato, e che porteranno il piccolo pianeta ad espandersi sempre di più nella galassia, ottenendo potere e prestigio ma attirando allo stesso tempo problemi e scontri con i pianeti limitrofi.
Fondazione e Impero, 1952
Questo romanzo è diviso in due parti, dedicato ai due grandi avversari della Fondazione; per primo, l’Impero, che, sebbene sulla strada del declino, è ancora in grado di creare un sacco di problemi per la crescente potenza rappresentata da Terminus.
Nella seconda parte invece la Fondazione si trova a una svolta: per la prima volta infatti il Piano Seldon viene messo in dubbio quando un uomo con poteri mentali in grado di piegare chiunque al proprio volere, chiamato Il Mulo, conquista Terminus. La soluzione potrebbe esistere sotto forma della leggendaria Seconda Fondazione, ma nessuno conosce la sua posizione o se essa esista davvero.
Seconda Fondazione, 1953
Mentre il Mulo comanda sul suo regno, lo spettro della Seconda Fondazione non gli dà pace. La prima parte del libro è dedicata alla sua ricerca, e tentativo di distruzione, dell’unica potenza in grado di riportare la Storia a scorrere lungo i binari previsti da Seldon. La seconda parte invece vede le due Fondazioni fronteggiarsi per riconquistare il vuoto lasciato dal Mulo e il posto in prima fila al futuro della Galassia.
L’orlo della Fondazione, 1982
La Seconda Fondazione è stata sconfitta e da anni il Piano Seldon procede senza intoppi. Ma secondo il Consigliere Trevize, il piano procede fin troppo bene. Esiliato dal sindaco della Fondazione con il compito falso di trovare la Terra, pianeta originario dell’umanità e dimenticato da quasi tutti, Trevize e lo storico Pelorat esplorano la Galassia sulle tracce di quello che potrebbe ancora esistere della Seconda Fondazione, senza sapere che così finiranno per essere i pezzi più importanti di un gioco molto più grande del previsto, che ancora una volta potrebbe portare a un futuro non previsto dalla Psicostoria.
Fondazione e Terra, 1986
Trevize ha fatto la sua scelta e spinto l’umanità verso una direzione completamente nuova, ma non è sicuro del perché abbia scelto proprio quella soluzione. La risposta, secondo lui, si trova sulla Terra. Accompagnato da Pelize e Bliss, conosciuta nel romanzo precedente, i tre partono quindi verso il primo pianeta abitato della storia della Galassia, viaggiando in lungo e in largo per pianeti inospitali e luoghi leggendari ma che presentano pericoli realissimi, fino alla scoperta finale, quella che potrebbe, ancora una volta, cambiare tutto o fornire la spiegazione necessaria alla scelta di Trevize.
Commenti
Una delle cose che ho notato di più e più in fretta è il ritmo della storia. Se ci si ferma a riflettere, il centro di tutti questi romanzi non è quasi mai l’azione, ma il viaggio tra pianeti e le discussioni è spiegazioni logiche su cui si basano le scelte dei vari personaggi. Certo, è impossibile negare la presenza di guerre, fughe, complotti e molto altro, ma il vero perno della storia è sempre la discussione. Il modo in cui vengono costruiti i libri pero non è noioso, anzi, tutto il contrario. L’azione, quando presente, è perfetta per far avanzare i personaggi nelle loro imprese, e le discussioni, siano esse sul futuro dell’umanità, la sua origine o la scienza dietro la psicostoria e il comportamento umano sono non solo interessantissimi, ma anche fondamentali tanto nella storia quando nella vita nostra di tutti i giorni.
C’è moltissima filosofia e spunti di discussione su temi spettacolari che variano dalle libertà umane fino al valore della vita, il ruolo dell’uomo nei confronti della Terra e molto altro. Credo sia proprio questo aspetto più dialettico che rende il Ciclo delle Fondazioni tanto importante nella letteratura, perché riesce a parlare di discussioni necessarie all’interno di un universo nuovo e mai visto prima, eppure tanto simile alla Terra di oggi, se analizzato attraverso le metafore. Asimov era e resta un visionario, e questa ne è una grande prova.
Altro tema importantissimo, soprattutto negli ultimi due volumi, è il peso della memoria, intrecciato con il modo in cui stiamo trattando il nostro pianeta. Attraverso gli occhi di due uomini e una donna, vediamo come l’umanità stia dimenticando il suo ruolo nei confronti della nostra casa, rovinandolo in modo assurdo, senza coscienza. Seguendo la loro ricerca, seguiamo l’umanità intera che si ferma un attimo per riflettere su quale sia davvero il nostro dovere nei confronti di noi stessi, ma anche del nostro pianeta e l’universo intero. Non è facile, vedere la nostra scemenza attraverso gli occhi dei nostri figli futuri, ma fa bene.
Prima di concludere, dato che credo di aver parlato molto più di quanto non faccia normalmente, voglio sottolineare solo più un paio di cosette.
Primo, che troviamo accenni a molte altre saghe di Asimov: il conflitto Terra-Sirio presente nella serie di Lucky Starr, ma anche le Leggi Robotiche del Ciclo dei Robot. Sono sicura che ce ne siano molte altre, ma al momento non ho letto abbastanza romanzi di Asimov da coglierle tutte.
Secondo, il finale è spettacolare. Giuro che, se non l’avessi finito in piena notte, avrei urlato per ore.
E infine, per chiudere, vorrei dedicare due parole a quello che credo sia il metro più grande di Asimov, ovvero la sua capacità di ispirare. Da quando ho chiudo Fondazione e Terra (e ho smesso di urlare in silenzio), l’unica cosa che voglio fare è prendere in mano una penna e provare a creare un mondo altrettanto complesso e magnifico come quelli che a lui venivano tanto naturali. E credo non ci sia complimento più grande, per un artista, che quello di venire definiti ispiratori, sognatori in grado di spingere innumerevoli altre persone a seguire i loro passi.
Sei stata più positiva di me, anche se pure io l’ho apprezzata come serie.
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È perché mi basta poco per divertirmi 😁
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Con tutti i limiti dell’Asimov scrittore (che però nel tempo, come il buon vino migliora) una grande saga. Anche i racconti sui robot sono incredibili, molto cerebrali, c’è(ra) tanta cultura in quell’uomo secondo me.
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La saga dei Robot non lho ancora letta ma ho comprato i primi due i tre libri 😁
Sono d’accordo, Asimov aveva una mente incredibile!
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E’ stato anche un divulgatore, e si vede, e l’idea della psicostoria è geniale
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Esatto!!!! Ho letto almeno un altro romanzo che copia a l’idea della psicostoria (e che la nominava pure all’interno della trama!!); è un pilastro della fantascienza.
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