Questo libro è molto diverso rispetto ai precedenti di Caitlin Doughty: invece di un’autobiografia o un libro di viaggi, Will my cat affronta una serie di domande sulla morte che le sono state rivolte da bambini negli anni. Non ci sono domande off limits e le risposte insegnano sempre qualcosa a lettori di tutte le età. Pronti a scoprire perché e come un cadavere si decompone?

La struttura di questo libro mi è sembrata molto comoda e l’ho apprezzata davvero tanto: Caitlin risponde a 35 domande sulla morte in poche pagine l’una in modo chiaro, diretto e divertente. Con il suo stile caratteristico che unisce ironia e informazioni senza mancare di rispetto, la Doughty informa lettori di tutte le età su cosa succede dopo la morte a livello fisico, come funziona in parte l’industria funeraria e moltissimo altro. Inoltre la cortezza dei capitoli rende la lettura molto leggera e facile da affrontare: ci va poco tempo per finire i capitoli e se ne leggete solo uno o due al giorno non perderete comunque il filo del discorso.
Gli interrogativi che formano la base del volume sono tanti e diversissimi tra loro. Ci sono quelli di cui magari conoscete già la risposta (crescono davvero i capelli e le unghie dopo la morte?) e altri molto più tecnici e unici. Come spiega l’autrice, non ci sono domande sbagliate. La curiosità è importante e conoscere la morte e avvicinarsi ad essa fin da piccoli potrebbe essere la risposta che cerchiamo quando ci chiediamo come imparare a convivere con l’idea di essa. Inoltre è chiaro che la semplicità e la schiettezza dei bambini permettono di rivolgere questioni che magari da grandi non osiamo fare, trattenuti da un falso pudore che ci spinge a relegare la morte in un angolino della nostra mente e dimenticarla fino a quando ci viene sbattuta in faccia dal caso.
Altro particolare che ho apprezzato moltissimo di questo libro sono le immagini: non solo lo stile è unico, ma riescono a rappresentare con ironia ogni capitolo. Pagina dopo pagina vediamo una bambina, ovvero Caitlin da giovane, accompagnata da uno scheletro sorridente; insieme, i due ricreano pose e situazioni che rispecchiano ciò di cui si parlerà. Vi lascio alcune delle mie preferite, perché credo davvero che aiutino a dipingere la morte come un compagno di vita che ognuno si porta dietro, esorcizzando in parte la paura che in genere circonda questi discorsi.
Se i libri della Doughty vi hanno incuriosito e volete iniziarli a leggere ma non sapete bene da dove cominciare o non volete andarci giù troppo pesantemente, partite da questo: Will my cat è educativo, interessantissimo, leggero ma mai irrispettoso, si legge con calma e ha delle belle figure. Inoltre è adatto a lettori di tutte le età non solo perché è nato dalle domande dei più piccoli, ma anche perché diciamocelo, non è affatto vero che i bambini hanno paura della morte, anzi; spesso e volentieri sono più truculenti e affascinati da essa che gli adulti.
PS: qui trovate i post dedicati a Smoke gets in your eyes, la sua autobiografia, e From Here to Eternity, viaggio in giro per i riti funebri del mondo.
4 pensieri riguardo “Will my cat eat my eyeballs?, Caitlin Doughty – Quando i bambini si interrogano sulla morte più liberamente degli adulti”