Gli ultimi due libri che ho letto si sono dimostrati una tragedia, e non nel senso shakespeariano del termine, purtroppo. Sto parlando di Trainspotting e Qualcuno volò sul nido del cuculo, due rotture di palle monumentali e senza molto senso e che, nel caso del Cuculo, mi hanno fatto letteralmente incazzare. Ripensando a libri simili, mi sono venuti in mente un paio di altri esempi che potrebbero far parte della stessa categoria (di cui vi parlo tra un attimo), ovvero Il giovane Holden e Compagni di sbronze (e una volta che li avrò finiti, credo anche Arancia meccanica e 1984). Di che categoria si tratta? Semplice: White boys doing white boys shit and dealing with white boys problems.
A quanto pare, i libri scritti tra gli anni Sessanta e la fine dei Novanta, scritti da uomini bianchi con protagonisti bianchi, che parlano di “poveri reietti” abbandonati dalla società, incazzati, spesso misogini e sfregacazzo mi fanno schifo. La storia è sempre più o meno la stessa: guardatemi, sono un uomo povero/drogato/violento/stocazzo che odia il mondo e voglio solo vederlo bruciare, prestatemi attenzione mentre vi insulto e vi chiamo servi del capitalismo mentre io, il grande rifiuto sociale, so esattamente come funzionano le cose!
Ogni volta che compro o prendo in biblioteca un libro del genere, osannato dalla critica e gli uomini di tutto il mondo, si rivela sempre un’enorme delusione (tranne forse Fahrenheit 451 e Fight Club). Oltre alle trame che, se spogliate di tutti gli orpelli, si rivelano sempre molto simili, c’è poco altri di interessante, anzi, spesso e volentieri sono anche accomunati da misoginia, violenza e monologhi incessanti su quanto la società abbia fallito questi poveri, incompresi eroi del popolo (cosa facciano di eroico non l’ho ancora capito, dato che se non vanno a puttane, quindicenni nel caso dei personaggi di Bukowski, si drogano, si ubriacano o si prendono a pugni). Fatemi un favore e provate a mettervi nei panni, anche solo per qualche ora, di una donna, una persona di colore o una persona LGBTQ+ e poi venite a dirmi cosa ne pensate del resto dell’umanità. Siete uomini bianchi, Cristo santo, avete il mondo ai vostri piedi, come osate venire a piangermi addosso, voi che non dovete guardarvi le spalle se camminate da soli dopo il tramonto o che non sapete cosa significhi sentire il terrore ghiacciarvi il sangue se un gruppo di uomini vi taglia la strada all’improvviso? Fatemi un favore e commiseratevi in silenzio, perché ne ho le palle piene, dei vostri “problemi”.
Non so, forse sono io, ma ogni volta che leggo qualcosa del genere mi svuoto di ogni possibile interesse nei confronti della storia e del resto delle opere dell’autore. Quante volte devo leggere sempre le stesse manfrine, rigirate in modo diverso ma sempre uguali? Sono sicura che esista gente che apprezzi storie del genere, cosa che non capisco affatto; io, dal canto mio, smetterò di prendere consigli di lettura da chiunque consideri il Joker un ribelle incompreso e non un pazzo psicopatico (perché, che vi piaccia o meno, alla fine anche il grande cattivone made in DC rappresenta la stessa rabbia sociale di Rent&Co.).
E se qualcuno prova a dirmi che non capisco un cazzo di letteratura e che Bukowski è un genio, beh, cry me a fucking river.
Sono d’accordo con te su Trainspotting e Joker, non ho letto “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e non lo leggeró perche ho amato il film e mi é bastato. Credo che il tuo sfogo sia ragionevole sui due titoli citati, ma non mi trovi d’accordo su Bukowski e Holden. Premetto che non mi permetterei mai di dirti che non capisci nulla di letteratura perché i gusti non si discutono mai, soprattutto nel caso di chi, come te, legge tanto e parla di libri.
Innanzittutto credo che un bianco che si commisera, alcolizzato e/o drogato non tolga nulla alle vittime del sistema e del razzismo o di qualsiasi altra forma di violenza bieca, quindi a donne maltrattate, persone di colore o gay. I disgraziati dei libri di Bukowski e di tanti altri autori che amo non vogliono essere vittime del sistema e non vogliono togliere assolutamente il protagonismo alle vittime vere. Ti copio un pezzo del mio post dedicato a Bukowski dal mio blog per spiegarti il mio punto di vista: I personaggi di Bukowski sono la metafora di qualsiasi individuo che vive senza comprendere a fondo la società che lo circonda fatta di tanta gente che non si fa i fatti suoi, che ti giudica se bevi, ti perseguita se fai sesso con chi ti pare, ti offende se fai domande scomode e che fondamentalmente beve di nascosto, idem per il sesso, e non fa domande per paura di sentire le risposte.
Quindi Bukowski e co. per me fanno una critica feroce all’ipocrisia. Inoltre credo che dietro le vite da reietti, i personaggi di Bukowski nascondano pensieri profondi che vanno ricercati, perchè se ne stanno nascosti, oscurati da vizi e apatia.
Scusa per il lungo messaggio, ma ci tenevo a dirti la mia su un pensiero che non condivido 🙂
Buone letture!
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Grazie per la tua opinione! Come abbiamo stabilito, su certe cose non siamo d’accordo, ma è bello leggere un punto di vista diverso! Devo anche dire che le mie opinioni sono spesso e volentieri frutto di sensazioni ed emozioni immediate, di quello che provo quando leggo un determinato testo, più che di analisi critiche. Non ti scusare per la lunghezza, è un brano interessante. Buone letture anche a te!
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Bukowski è (stato) un furbacchione, realistico, critico (con sé) e di base contento di vendere un po’ di libri, per comprarsi la birra… Questa è la mia (da lettore da quattro soldi) interpretazione. Cosa ci hanno letto in profondità gli altri? Boh, c’è chi trova sentieri nascosti in libri che a me sono sembrati leggeri, quindi chissà.
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Io so solo che non riuscivo a mandare giù le sue parole, mi facevano sentire scomoda e inquieta. Poi magari hai ragione tu e lui ha scritto solo quello che vendeva, ma io non riesco a leggerlo 😁🤷🏻
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E’ il bello dei libri! Comunque danno da pensare, anche in negativo
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Esatto!
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