Libri · Recensioni

Bach, di Pedro Eiras – Recensione

Come per la chimica e la fisica, la musica classica è una di quelle cose che apprezzo molto ma capisco pochissimo, pur restandone affascinata ogni volta che ne entro in contatto. La musica classica è, per me, una forza in grado di stravolgere le emozioni, una magia che descrive l’anima anche se non la capiamo del tutto; non c’è bisogno di essere virtuosi di uno strumento per ammettere che certe melodie sono intramontabili e bellissime.

Dei vari libri che mi ha spedito Il ramo e la foglia Edizioni, Bach di Pedro Eiras è forse quello più difficile da descrivere, almeno per me. Innanzitutto perché parla di qualcosa che non capisco del tutto eppure che conosco da sempre, ovvero la musica: sono cresciuta in una scuola che dava una grandissima importanza a quest’arte e per anni ho cantato e suonato il violino. Ora ho smesso e non ho mai raggiunto chissà che livelli, ma l’orecchio musicale e la passione mi sono rimaste. Questo volume rappresenta per me una possibilità, qualcosa che sarei potuta essere o che avrei compreso appieno se avessi fatto scelte diverse, ma che ora come ora resta un ricordo agrodolce.

In Bach il musicista e compositore è al tempo stesso protagonista indiscusso, musa e assenza. I racconti che compongono questa raccolta non parlano mai direttamente del compositore e la sua vita, ma dell’impatto che lui e le sue composizioni ebbero su altre persone. E’ un metodo affascinante, incredibilmente moderno e unico di descrivere uno dei personaggi più famosi di sempre, concentrandosi non tanto su di lui quanto su cosa lui abbia rappresentato per il resto del mondo.

Bach qui è una presenza, uno spirito sempre presente eppure mai realmente: a partire da una lettera scritta dalla sua vedova dopo la sua morte, passando per conoscenti dell’epoca e infine musicisti e scrittori moderni e contemporanei, Bach assume le fattezze di una guida, di lanterna che illumina il percorso. Ecco, forse il modo migliore di descrivere Bach è questo: all’interno delle storie, la presenza-assenza di Bach è come il rapporto che ho con la musica classica, ovvero indefinibile ma fondamentale, qualcosa che ha cambiato tutto, insinuandosi lentamente all’interno del cuore di chi ascolta per rivelare i suoi effetti nei tempi successivi.

E’ chiaro che Eiras è un grandissimo esperto sul tema e sono convinta che chiunque apprezzi Bach quanto (e soprattutto più di) me adorerà questa raccolta, perché è un nuovo modo di raccontare la storia di un uomo che conosciamo tutti, ma di cui non sempre siamo consapevoli dell’impatto che ebbe sulle vite singole di chi lo amava e lo ascoltava.

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