Avventure in ostello

Storia di una torta

Uno dei modi in cui dimostro ad amici e parenti quanto siano importanti per me è tramite il cibo. Che si tratti di andare a mangiare insieme, regalare qualche merendina o cucinare per gli altri, se ti regalo qualcosa da mangiare sto cercando di farti capire che a te ci tengo.

Quando, durante le prime quarantene, iniziai a cucinare muffin e banana bread, ne tenevo sempre solo una minima parte per me, portando il resto ai miei, mio fratello e agli amici che vivevano nel palazzo. La tradizione è continuata nel tempo: se faccio una crostata la porto alle colleghe, i muffin li regalo alle ragazze delle mie sale da tè preferite e mio fratello è sempre pronto a divorare tutto quello che gli metto davanti agli occhi.

Così, qualche anno fa ormai, mentre ero in ostello in una giornata particolarmente tranquilla e noiosa, quando ho dato un’occhiata alla dispensa e ho notato di avere tutto il necessario per una torta mi sono messa subito all’opera. Credo di aver seguito la prima ricetta trovata su internet, dato che non avevo gli ingredienti per qualcosa di estremamente complesso; il risultato però è stato estremamente soddisfacente. La torta era al cacao e visto che ne era avanzato un pochino ho fatto una crema (molto semplice, ovvero solo cacao, latte e zucchero) che ho usato per coprire metà torta. Tanto non stavo partecipando a nessuna gara, volevo solo fare qualcosa che mi piace e occupare un po’ di tempo.

Una volta pronta, ho deciso che avrei condiviso la torta con gli ospiti: se volevano, la merenda era sul tavolo. L’hanno apprezzata tutti, tranne una tipa.

Questa donna, che chiameremo… Odiosa, si era fatta notare anche nei giorni precedenti. La sera prima infatti era in cucina, al telefono; fin qui tutto bene, se non fosse che era in vivavoce (cosa che l’altra persona non sapeva) e aveva passato la serata a urlare, e non sto esagerando, le sue opinioni su vaccini e Covid. Ora, ognuno ha le sue idee. Ma non ti viene in mente che urlarle in mezzo a sconosciuti, usando due parolacce e/o insulti ogni altra parola forse non è il modo migliore di affrontare la situazione?

Dopo la telefonata (e il modo altezzoso con cui si era comportata durante il check in) non è che la vedessi proprio bene. E lei ha deciso di completare l’opera proprio con la mia torta. Quando è tornata quella sera le ho detto appunto che se voleva poteva prendere un pezzo del dolce; lei l’ha fatto e il suo commento è stato, e cito testualmente perché queste parole me le sono legate al dito, “È okay ma la prossima volta devi mettere più cioccolata e coprirla tutta.” Senza, ovviamente, un grazie.

Forse sono io che devo imparare a superare certe cose e non prenderle sul personale, ma il suo comportamento mi ha fatta infuriare. Al di là della sera precedente, se qualcuno ti offre un dolce ringrazi, lo prendi e se hai commenti puoi benissimo farli, ma almeno cerca di essere gentile!!!!!! Che bisogno c’è di imitare i giudici di Masterchef nei loro momenti peggiori?

Ci sono rimasta malissimo: non tanto per il suggerimento/critica, perché più cioccolato c’è su un dolce più è buono, su questo sono d’accordo, quanto per il fatto che Odiosa, dopo che le ho offerto una torta fatta da me quasi sul momento, invece di ringraziarmi e apprezzare il gesto, l’ha presa come se le fosse dovuta e ha pensato bene di avere il diritto di criticarla pure.

Ovviamente ho contato le ore fino alla sua partenza; non vedevo l’ora che sparisse, l’ingrata. Ma un paio di cose mi sono rimaste, oltre alle sue parole: la consapevolezza che anche i gesti più semplici e altruisti a volte non vengono apprezzati e imparare a superare la mancanza di gratitudine è fondamentale.

E che, in certi casi, la gente è semplicemente cogliona. E non si merita le tue torte.

10 pensieri riguardo “Storia di una torta

  1. lol
    pure io potrei fare come la tipa: nel mio narcisismo, è già tanto se metto in bocca qualcosa cucinato da altri e non vomito, quello è il complimento maggiore 😂😂😂
    Poi un decente e ciao; poi difficilmente prendo cibo cucinato da gente che non conosco

    poteva essere solo riservata

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    1. Se fossi al suo posto e qualcuno mi offrisse qualcosa che non mi attira, piuttosto ringrazio e dico di no (e se insistono dico di non avere fame/essere a dieta/avere restrizioni di qualche tipo). Quello che non mi va giù è la sua arroganza, come se non solo la torta le fosse dovuta, ma se avesse il diritto o il dovere di criticarla

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