Alix Writes · Libri

Sto scrivendo due libri allo stesso tempo perché non conosco le mezze misure

A diciassette anni mi ruppi una gamba mentre stavo studiando in Spagna. Non so se le ossa rotte ebbero una qualche influenza sui miei sogni, ma una mattina di un mesetto dopo mi svegliai con alcune immagini e frasi in testa chiare e cristalline come mai era successo prima. Nei giorni successivi presi carta e penna e iniziai a elaborare quel mondo che avevo sognato, creando una struttura molto semplice ma con dettagli che, anni e anni dopo, non ho ancora cambiato.

Non scrissi nulla in quel momento: avevo solo un’idea vaga della trama e alcuni particolari della società che stavo creando. Con gli anni aggiunsi qualcosina qua e là, senza ma mettermi sul serio al lavoro; un altro sogno mi aiutò a dare forma al motivo per cui quello che volevo far accadere nella storia stava accadendo e un viaggio a Genova mi diete un buon 90% della trama. Ma non era ancora abbastanza, e solo gli incoraggiamenti dei miei genitori, mio fratello, la mia psicologa e la mia dottoressa, uniti a una sfida lanciatami da un’amica di mia madre mi convinsero finalmente a prendere il mio vecchio computer, aprire un nuovo file e iniziare a scrivere.

A febbraio di quest’anno, in due settimane, scrissi 10 capitoli (ovvero circa 44 pagine), ma man mano che andavo avanti mi sentivo sempre meno sicura delle mie scelte. Così, finito il decimo capitolo, smisi di scrivere. Se avessi riaperto il file avrei probabilmente cancellato tutto.

Nel frattempo, tra il primo sogno e adesso, mi sono venute in mente decine di altre idee che mi sono appuntata in un quaderno apposta, tutte a mio parere geniali ma troppo vaghe per poterci lavorare su. Ma l’estate scorsa, mentre stavo facendo il bagno all’Isola d’Elba, una di quelle idee mi tornò in mente e iniziai a girarla e rigirarla, ad aggiungerci un tocco thriller qui e un rapporto tra colleghi teso là, fino ad avere una trama abbozzata in testa. Iniziai subito a prendere appunti, e una volta tornata a casa presi un pezzo di compensato (che avrei scoperto più tardi essere un pezzo di una libreria IKEA non ancora montata) e scrissi tutta la trama. In due pomeriggi creai lo scheletro di quello che chiamo Libro B (quello nato in Spagna è Libro A), ma una volta finito lo lasciai perdere: a quel punto stavo ricominciando a lavorare (ovvero pensare) al Libro A, quindi B non l’ho toccato e da allora è su uno dei letti di casa mia, a prendere polvere. Prima o poi lo scriverò tutto, ma adesso ci sono A e C.

Perché ovviamente, proprio nel momento in cui ho iniziato a lavorare seriamente di nuovo su A, mi è venuta in mente un’altra idea fantastica.

C è nato qualche tempo fa, ma ha iniziato ad avere una forma vera e propria la settimana scorsa. Un pomeriggio ho preso un quaderno e una penna, sono andata da Infusion e ho iniziato a fare brainstorming. A quel punto avevo sì e no quattro punti chiave, ma analizzandoli e pensandoci sopra il libro ha iniziato lentamente a prendere forma. Una volta chiariti quei punti chiave, mi sono messa nei panni della protagonista per poter continuare a delineare le sue avventure, aggiungendo dettagli secondari, sul nemico o che avrebbe scoperto solo in futuro man mano che ci pensavo su. Adesso ho la trama completa, un’idea chiara delle relazioni tra i personaggi, le loro motivazioni e il discorso finale che vorrei usare come conclusione del libro.

Sabato è stato il momento in cui mi sono arrotolata le maniche (figurativamente, fa troppo caldo per tutto ciò che non sia una canotta) e ho riaperto il computer. Ho scritto il discorso finale di C, anche se per ora l’ho fatto solo in inglese, e ricominciato a lavorare su A, per la prima volta da mesi. Nelle ultime due settimane A si è sviluppato, ho apportato qualche cambio sul finale e la sorte di certi personaggi e deciso come strutturarlo, ovvero cambiando la lunghezza dei capitoli e facendoli precedere da una serie di leggi/regole religiose sulle quali si basa quel mondo. Poi ho finalmente iniziato a correggere e rendere più scorrevoli (si spera) i primi-due-capitoli-ora-parte-di-un-capitolo-unico.

Il resto del lavoro di correzione non dovrebbe essere altrettanto lungo: ho notato che il primo capitolo era quello più debole, ma più andavo avanti più la storia si faceva dinamica. Una volta che avrò finito questa parte potrò finalmente continuare con tutti i capitoli che non ho ancora scritto. Se riesco a mantenere un ritmo decente, penso che entro fine anno dovrei riuscire a finire A.

B ormai è stato relegato al 2022, altrimenti impazzisco.

C invece… ho voglia di scriverlo subito, allo stesso tempo di A. Sono storie diversissime, quindi non dovrei confonderle, ma non so se è una buona idea lavorare su entrambe, già così ho poco tempo libero. Conoscendomi, finirò per farlo, alternando un paio di capitoli per ciascun romanzo. Se così fosse, rischio di finire entrambi ben oltre la fine del 2021, ma non c’è fretta, nessuno mi corre dietro. Anche se, ad essere sincera, per qualche motivo credo che il primo che completerò sarà C.

Bah, vedremo. Per ora ho solo un’ultima cosa da dire: dopo aver passato anni a dire a mia nonna che non avrei mai fatto la scrittrice, che non avevo il talento o le idee necessarie, sembra proprio che alla fine avesse comunque ragione lei. Se penso al mio futuro, scrivere è quello che vorrei fare tutto il tempo.

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