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Il giorno sulla foglia di Gabriella Maleti – Recensione

Continuiamo il mio viaggio nella poesia, anche questa volta grazie ai meravigliosi esseri umani dietro Il Ramo e la Foglia Edizioni: dopo Luci segrete, la raccolta di haiku di Francesco De Girolamo, oggi parliamo de Il giorno sulla foglia di Gabriella Maleti. Si tratta di una raccolta che racchiude un misto di testi già pubblicati altrove e di pezzi inediti scoperti dopo la sua morte, e una breve biografia dell’artista scritta da Marta Moretti.

La prima cosa che ho notato leggendo queste poesie è quanto siano fluide. Le parole scelte dalla Maleti scorrono come fiumi, descrittive ed evocative soprattutto quando si parla della natura. Non ci si perde nella struttura schematica, dato che ogni pezzo è diverso dagli altri, ma nella dolcezza e la forza del significato di ognuno di essi.

Scrivere quanto si è dovuto vivere?
Vivere per scrivere?
E l’uno è materia dell’altro
o lo scrivere induce a vivere?
E perché mai, se vivo, scrivo?
E quello che scrivo è proprio ciò che vivo?
E cosa si può denominare vita?

Gabriella Maleti, Il giorno sulla foglia, pagina 28

Inframmezzate da citazioni di Pessoa, le poesie di questa raccolta coprono vari temi, dal difficile rapporto con i genitori alla vita da artista, passando per la natura, che secondo me è la grande protagonista del volume. L’ultima sezione infatti, di pezzi inediti e intitolata Il bosco, è una serie di brevi poemi dedicati, appunto, al bosco.

Questa è la mia parte preferita, perché la percezione che ho avuto leggendola è che la Maleti, descrivendo una passeggiata nella natura, non solo mi avesse presa per mano per andare insieme a lei, ma anche che usasse questa occasione per ripercorrere la sua infanzia. Le poesie di questa parte mi sono sembrate particolarmente evocative e potenti, ricche di dubbi e domande ma anche di passione.

Le prime parti del volume le ho lette poco alla volta, in parte per abituarmi allo stile e in parte perché non le capivo del tutto. Quelle del bosco invece le ho divorate tutte insieme e le ho rilette almeno un paio di volte appena finito il libro, perché mi hanno colpito molto e soprattutto perché mi hanno catturata fin da subito, proprio per via di questa atmosfera quasi fatata.

Ci siamo perduti.
Perdura l’acqua inoffensiva.
Noi vaghiamo tra le leggere scoppole
dell’acqua sulla testa, tra i pruni che ricordano
carne e sangue quando s’impigliano peggio che
genitrici affastellate nelle “buone cose” da fare,
da dire, anche. Contente loro, nel genetliaco della
nascita.

Gabriella Maleti, Il giorno sulla foglia, poesia n*15, pagina 58

L’umanità e la forza che trasudano da queste parole mi hanno davvero commossa e colpita. Sta a vedere che pian pianino capisco cosa voglia dire leggere e apprezzare la poesia! Scherzi a parte, questa raccolta è stata una scoperta davvero bella, che mi ha mostrato un’altra sfaccettatura della letteratura. E, perché no, anche di me stessa.

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