Alix Writes

Cambi in alcune parole o parole che cambiano cose

Scrivere mi piace. Scrivo ogni giorno, minimo una o due frasi, nei miei diari. Scrivo, la domenica, nel corso di scrittura creativa che sto frequentando. Ho scritto dei curriculum e mail poco tempo fa e scriverò documenti e domande tra poco per iscrivermi all’università. E allora scriverò testi più lunghi e specifici e tecnici. Ma prima, ovvero adesso, scrivo messaggi alla gente che conosco per passare del tempo insieme, per fare cose, per vedere posti.

E provo a scrivere storie, alcune lunghe altre brevi, altre ancora lunghissime o brevissime. Le parole mi piacciono, mi nutrono, mi pugnalano, mi cullano; mie o di altri non conta. Mi tradiscono, a volte; mi calmano altre. Sono armi e medicine, cerotti, bende e coltelli. Sono tutto e niente, familiari o straniere in base al contesto o all’autore, poetiche o noiose, liste o testi o libri o canzoni, sono tanto e poco.

Adesso, oggi, in questo momento, sono scuse ma anche spiegazioni, sono specchi e orme. Annunciano cambi, esperimenti, paure, certezze. Dicono, piano, senza attirare attenzioni, che a volte non bastano e a volte sono troppo.

Dicono, se si ascoltano con attenzione, che le persone cambiano e il tempo passa e le idee evolvono: dicono tante, troppe cose. Ma chissà se dicono abbastanza.

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