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E ora?, ovvero Nonna aveva ragione su certe cose

Qualche giorno fa è successa una cosa, non molto bella, che mi ha spinto a prendere una decisione che invece lo è. Ho deciso che è giunta l’ora di iscrivermi all’università. Inizierò a settembre, a ventisette anni e qualche mese; significa che prima dei trenta non la finirò. Fa un po’ paura come pensiero, perché si suppone che a quell’età uno abbia già una laurea e minimo un master, un partner fisso, una casa e almeno un bambino in dirittura d’arrivo, se non già arrivato, con relativo fratellino o sorellina in programma. Possiamo dirci quante volte vogliano che le cose non sono più così, che possiamo fare la vita che vogliamo, che non ci sono più le pressioni e strutture sociali di una volta. Tutto verissimo, ma certe idee sono difficili da eradicare: pur sapendo tutto questo alla perfezione, una certa pressione di sottofondo resta.

Ma ormai, per me, le cose non andranno mai in quel modo. In parte perché i figli non li voglio e non li avrò mai, al di là dell’età e tutto il resto. In parte perché ormai sto facendo un percorso molto diverso. Ho lavorato da quando ho finito il liceo, lavori belli ma che non mi hanno permesso di mettere da parte granché. Ho deciso di non studiare e di non prendere la patente, di adottare una gatta e poi un secondo che in realtà è di mio fratello, e ho deciso che adesso invece ho voglia di studiare Scienze Naturali. Non sono pentita delle mie scelte perché le sento giuste, nelle mie ossa e nella mia testa, ma è difficile non paragonarsi a un canone che in realtà quasi nessuno, nella mia vita, sembra aver seguito alla lettera.

Mi chiederei da dove viene ma la risposta la so: erano le speranze che mia nonna aveva per me e che ho chiaramente cannato. Ma non erano fatte per me, non erano a mia misura; erano idee vaghe che aveva lei per farmi diventare la nipote perfetta, una signorina vera e propria. Nonna non era cattiva, sia chiaro, e sapeva bene che non sarei mai stata quello che voleva: l’ha capito quando sono andata a studiare all’estero e sono tornata con i capelli rosa, naso e labbro e orecchie decorate da piercings. Così ha iniziato a dirmi che dovevo fare la scrittrice, il che era un cambio non da poco nei piani che aveva per me.

Mi spiace che non vedrà mai questa previsione avverarsi, se tutto va come deve. Mi spiace che, dopo le innumerevoli discussioni che abbiamo avuto, non vedrà mai come ho deciso di abbracciare l’ultimo sogno che aveva per me e farlo mio davvero. Avrò anche deluso le altre aspettative, ma questa è diventata il mio obbiettivo. E lei non lo saprà mai.

In ogni caso sto compiendo un altro piccolo passo nella direzione che voleva lei, sebbene con tempistiche tutte mie. Sto per ricominciare a studiare. L’idea mi piace davvero tanto, dopo anni in cui non mi diceva assolutamente niente. E, mentre mi preparo a studiare rocce e dinosauri e fossili e piante e pianeti e tanto altro, voglio continuare a lavorare sul sogno che la nonna mi ha impiantato in testa, perché ora è mio, non più solo suo. Sarò scrittrice professionista? Lo spero. Ma di sicuro, tra un po’, sarò laureata. E saprò un sacco di cose fighissime sui dinosauri.

(Magari li userò come protagonisti di un romanzo, in un futuro non troppo lontano.)

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