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Al centro della piena di Nicola Romano – Recensione

Hola!! Oggi parliamo di poesia perché sto lentamente diventando un’esperta (più o meno) grazie a Il ramo e la foglia edizioni. Al centro della piena di Nicola Romano è una breve raccolta di poesie scritte ultimi anni di vita dell’autore.

Non c’è un tema unico che collega i vari poemi ma sono scorci di vita che racchiudono i lati positivi, quelli negativi e tutto ciò che si trova in mezzo. Una delle poesie che più mi ha colpito è Diretta Web che parla dello straniamento provato nel periodo del covid quando tutto era online:

Gesticolo aggiustando
la simmetria e gli effetti
ascolto e poi rispondo
da remoto
ti ignoro dalla cintola
gli sguardi hanno dei moti
soffusi e vagolanti
parole che stantuffano
come tube in falsetto
un fusibile fischia
da remoto
e poi s’inceppa l’onda
che arriva da lontano
direi chiudiamo in fretta
queste bocche/finestre
restiamo solo noi
a fluire sottovoce
a raccontarci adesso
un presente e un passato
da remoto

Diretta Web, Nicola Romano

Romano riesce a racchiudere in poche parole scelte con estrema cura sensazioni comuni a tutti noi. Ma allo stesso tempo parla della sua malattia e l’avvicinarsi della morte, situazione che pochi condividono. Commuove in poche righe e riesce a dipingere quelli che devono essere stati periodi devastanti con una delicatezza incredibile, come in Il tempo migliore:

Vado lasciando a Kronos
la noia di lunghe attese
il ributtante senso
delle ore perdute
la soffocante smania
di mete inarrivate
e il forte rimpianto
dei termini scaduti

Il tempo migliore, Nicola Romano

Altra poesia che mi è piaciuta moltissimo è Luogo mancato perché parla di (redacted – non ve lo dico perché voglio che lo scopriate da soli). Ho apprezzato molto il fatto che non ci viene detto chiaro e tondo a quale città si riferisca ma è molto chiaro se conosci suddetto posto, altrimenti resta un luogo vago, amato e misterioso.

In quel luogo mancato
ho respirato aria di frontiera
un senso di carrubo trapiantato
e un cielo molto avaro di chiarori
ma ritornano adesso
come uccelli alle fronde
le corse con i figli al Valentino
i refoli del föhn quando a gennaio
la nebbia nascondeva le bealere
e lungo i marciapiedi dei viali
luccicava la pieuva
e la fiôcada
Nel mio luogo mancato
sono rimasto orma
sui Murazzi
e ombra di leccio
su per la collina

Luogo mancato, Nicola Romano

C’è saggezza, nelle sue parole. Ci sono anni di esperienza sia nella vita che nella poesia, nella capacità di usare l’italiano per costruire immagini d’impatto anche quando i soggetti sono relativamente piccoli, come uno scorcio da una finestra o una mattina d’estate. Sono scritti che elevano attimi normali a ricordi indimenticabili esaltando la loro semplicità in modo che raramente ho incontrato.

Fatevi un favore, la prossima volta che siete in libreria o online, e date un’occhiata a questa breve raccolta. Vi giuro che ne vale la pena.

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