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Miss Alabama e la casa dei sogni è problematico – Rant Review (Miss Flagg, che diavolo stai facendo??????)

Come sapete, dopo Pomodori verdi fritti ho preso tutti i libri di Fannie Flagg che ho trovato in biblioteca, convinta di aver trovato una nuova autrice preferita. Grave errore, dato che i due libri successivi sono stati fighi per un quarto, interessanti per un altro, e un disastro per i restanti due. Ma, tirando le somme, dopo tre romanzi la media era comunque positiva, quindi ho continuato con il successivo, Miss Alabama e la casa dei sogni. E, purtroppo, questo appartiene alla stessa categoria di Pane, cose e cappuccino: è un disastro.

Trama

Maggie ha una sessantina di anni, è un agente immobiliare e nello stesso anno degli scontri tra manifestanti pacifici contro il razzismo e polizia a Birmingham vinse il concorso di Miss Alabama e fu tra le finaliste di Miss America. Dato molto importante, che verrà ripetuto tutto il fottuto tempo e che, come la televisione era l’intera personalità di Dena di Pane cose e cappuccino, è l’unica cosa che alla fin fine sappiamo di Maggie. E’ vecchia, stanca della vita e una ex Miss Alabama. E sapete perché è stanca della sua vita? Perché è troppo bella e gentile e a causa di ciò non è mai stata capace di ottenere nulla dalla vita.

Tutto qui. Pensate che fatica, essere così strafighi, generosi e gentili con il prossimo che volete solo morire. E questo è quello che Maggie pianifica di fare: si ucciderà, ma solo dopo aver pulito tutta casa, lasciato i soldi in beneficenza e i vestiti al teatro e aver pagato le bollette. Perché è così che una Miss Alabama si comporta, andandosene con eleganza.

Ma quando scopre che la casa dei suoi sogni è stata messa in vendita e se ne occuperà la sua rivale, decide di rimandare almeno fino a quanto non riuscirà ad accaparrarsi la vendita della casa, salvandola da una sicura distruzione, dato che la cattivona, la brutta Babs, la venderà a qualcuno che utilizzerà il terreno per costruire qualcos’altro, tipo un centro commerciale o delle case a schiera.(PS: appena viene annunciata la vendita della casa, è ovvio come finirà il romanzo, ovvero con lei che la compra, si trasferisce lì e lo farà con un qualche uomo che sposerà. Al momento è single, ma è palese che la storia prenderà quella strada, promesso).

Così Maggie resta viva, scopre che la sua migliore amica nera, Brenda, ha dei traumi legati all’essere una donna nera che ha vissuti il razzismo degli anni ‘50-sempre e li capisce a fondo, perché anche lei è stata odiata per qualcosa su cui non aveva controllo. Pensate che martire: la bella donna bianca, Miss Alabama, è stata fischiata e le hanno tirato del fango addosso mentre partecipava a Miss America, una manciata di giorni dopo che la sua città e il suo stato erano stai il teatro di violenti scontri tra polizia armata e con cani e manifestanti pacifici. Vero, lei non ha picchiato nessuno, ma non è possibile paragonare qualche fischio e neSSUN DANNO FISICO CON SECOLI DI REPRESSIONE, VIOLENZA, ODIO E RAZZISMO. NON SONO LA STESSA COSA, NE MAI LO SARANNO. PORCA TROIA MALEDETTA, a che diavolo stava pensando la Flagg?????????????????

Altre cose succedono dopo, c’è di mezzo uno scheletro vecchio di secoli, blah blah blah, Maggie non si uccide e come previsto compra la casa e si sposa con il fidanzatino storico, uno ricco straricco che aveva mollato subito dopo Miss America. Fine. ARGH.

Commenti

Partiamo dal tema centrale della storia. Il suicidio è un argomento serio, se volete renderlo più leggero e digeribile va fatto bene, con attenzione: nessuno si ucciderebbe per ragioni così stupide ed è pericoloso trattarlo come se nulla fosse. Perché durante tutto il romanzo, il suicidio viene messo sullo stesso piano dell’andare in pensione. Maggie non pensa a nessuno se non a quanto la sua vita sia dura, se ne frega di quanto potrebbe ferire la sua migliore amica se lo facesse. Il problema è che la sua vita non è dura. Ha un lavoro che non va più benissimo, data la crisi economica del 2008, ma riesce a vivere senza problemi; è bella nonostante l’età, ha due ottime amiche e nessun vero scoglio da superare. E non è nemmeno valida la teoria che soffra di depressione, perché verso la fine, una volta deciso di non uccidersi, è felice come una pasqua senza nessun tipo di terapia o cambiamento nelle sua abitudini: fa un incubo, si sveglia e di colpo puff, tutto va bene e uccidersi è una pazzia.

Problema numero due: RAZZISMO. Ne ho già parlato sopra, ma non è corretto paragonare Maggie con Brenda. E come se non bastasse, tutti i momenti in cui la manifestazione del ‘63 viene nominata, l’argomento non viene mai toccato; Birmingham viene dipinta come un paradiso nel quale il razzismo è stato solo un caso isolatissimo e non come un luogo pericoloso per una grossa parte dei suoi abitanti, com’era in realtà.

Se ci concentriamo sulla protagonista, Maggie è noiosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa almeno quanto Dena, ma con una differenza: lei non è mai diventata tanto famosa e non rinuncia alla carriera (perché è in età da pensione ed eredita più di otto milioni di dollari all’improvviso). E’ un’altra donna piatta e inutile. Le sue caratteristiche principali sono la bellezza, la gentilezza, saper piegare un tovagliolo in sessanta modi e una sciarpa in cinquanta ed essere stata Miss Alabama. Boring.

Parliamo ora della storia più a fondo. Prima che succeda qualunque cosa degna di interesse ci vanno almeno un centinaio di pagine di preparazione pre-suicidio (bleah), poi si scopre che la casa è in vendita e si riesce a predire il finale in qual momento. A sto punto, potete smettere si leggere, perché quello che succederà nelle prossime duecento pagine non è accattivante o utile o interessante. E’ tutto così prevedibile. L’unica cosa che esce dai binari è il ritrovamento dello scheletro, ma passa subito in secondo piano e il suo mistero è slegato alla storia e minimizzato.

Il che è un vero peccato, perché lo scheletro misterioso nasconde una storia fantastica, che poteva essere un libro a parte molto più figo, dato che è la vita di una persona costretta dal padre a vivere come se appartenesse al sesso opposto. Quella è la parte più interessante, ma come per Pane cose e cappuccino è raccontata in pochissime pagine e non ha peso sul risultato finale. Se il libro avesse avuto una struttura simile a Voli acrobatici, alternando il presente di Maggie (noia) con il passato dello scheletro (figata), il risultato sarebbe stato quindicimila volte migliore, principalmente perché avremmo passato meno tempo con Maggie e più con il misterioso ex-cadavere.

In poche parole, Miss Alabama è stata una delusione. E a nessuno importa nulla di un titolo vinto quaranta anni prima della storia, Maggie cara, smetti di parlarne ogni fottuto capitolo perché è una grandissima rottura di cazzo.

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